Due amiche ascoltano una canzone “Mille pasos”, di Soha e dopo poche ore trovano una scarpa abbandonata in riva al mare di Fiorenzuola di Focara. Nasce così il progetto Oltrepassi 201 dell’artista Maria Cristina Ballestracci, che nel giro di pochi mesi si apre ad altre due amiche.
Maria Cristina Ballestracci, che da anni recupera relitti ridandogli vita, insieme a Giovanna Greco, giornalista, Sonia Mariotti, imprenditrice cultuale e Brunella Guida, life e business coach, inizia una raccolta di sensazioni attraverso i passi fatti da persone che si possono conoscere solo immaginando. Le scarpe raccolte nel tempo sono 201, numeri che rappresentano il gruppo di lavoro di Oltrepassi 201.
Dentro ogni scarpa trovata l’immagine danzante di una persona, di una storia, di una vita. Passi che continuano senza sosta. I passi sono vita, tempo, cambiamento, sosta, stanchezza, tristezza, malinconia, felicità.
Di questi 201 passi, 21 sono stati assegnati a 21 autori, che hanno aderito entusiasti al progetto scrivendo un racconto/installazione, 180 diventeranno installazione e di questi 180, 100 passi avranno un nome, il nome di chi crederà in questo progetto e aiuterà a realizzarlo con il contributo di 100 euro, gli 80 passi restanti porteranno ciascuno una parola scelta dalla poetessa Annalisa Teodorani.
Oltrepassi 201 é anche un docufilm, che racconterà la genesi e il corpo del progetto. Sarà anche fotografia, una mostra dei passi fatti nel backstage. Sarà anche musica con due artisti che stanno lavorando a musiche e parole per i passi.
Il progetto si realizzerà a Matera, capitale europea della cultura 2019 nel giugno 2016, pensando a tutti i passi che sono stati fatti sui Sassi.
Il primo passo per arrivare a Matera partirá il 20 giugno con una grande festa a Santarcangelo, il paese dove vive l’artista Maria Cristina Ballestracci, al Supercinema, una festa aperta a chi vorrà con 10 euro contribuire personalmente alla realizzazione del progetto. Perché Oltrepassi 201 é un progetto di cultura partecipata. Nella giornata la musica del fisarmonicista Carmine Ioanna e dj set. Perche la cultura si fa, si condivide, si progetta, si esporta e si costruisce solo se le forze si uniscono. Per una cultura sempre più partecipata. Un modo di far rete, nuovo simbolo di intendere la cultura, che non proviene dall’alto ma parte dal basso per coinvolgere tutti.
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