in memoriam di Luigi Scelzi

istallazione di Maria Cristina Ballestracci

voci di Alessandra Battaglia e Annalisa Teodorani

con la partecipazione di Giulia Pinto e Domenica Pisani

musica di Carmine Ioanna

immagini di Raffaella Evangelisti e Nicoletta Casali

curatrice del pane Anna Rosa Scelzi

 

Il valore

Il valore del pane in tutte le culture è di primaria

importanza e racchiude in sé una simbologia controversa:

dalla tavola povera del pane e acqua alla tavola

religiosa: pane come corpo di Cristo.

Dalla sopravvivenza della civiltà alla super-vivenza delle

cucine più blasonate. Il pane ha rappresentato e ancora

oggi rappresenta – in ogni sua forma – un percorso

antropologico e sociale che disegna una mappa

dell’uomo, del luogo, del modo di concepire l’aggregazione

e il valore del tempo.

 

I forni di Aliano

I forni di Aliano hanno una tradizione antica, legata

alle famiglie e al rito necessario della popolazione di

poter cuocere e sigillare il proprio pane di famiglia in

questi forni che venivano messi a disposizione di

ogni quartiere. Dietro ogni forno si cela la storia di

una famiglia, di una ricetta propria e di un modo di

accogliere il pane che si portava a cuocere.

Questo patrimonio che ha una matrice agricola,

culinaria è principalmente – a oggi – un segno culturale

e artistico di un paese che seppur abbia una radice

antica e tradizionale nasconde sempre forme nuove in

divenire. A ogni forno è legato una visione del

cuocere e del vivere.

Una mappatura

Il progetto nasce dalla necessità di mappare il paese

per restituire un valore altro a ciò che la tradizione del

luogo ci ha lasciato ed è stata dimenticata.

Ogni forno è accompagnato dalla storia di una famiglia,

da un aneddoto, da un’opera d’arte, elementi che

dialogano con il passato e con il valore culturale che il

gesto del cuocere, e del creare, può avere oggi. L’intento

è di costruire un ponte tra l’oggi e il valore dell’opera

silente di ieri.

Il rituale del pane con il processo di lievitazione, l’atto

di mettere le mani in pasta e dare forma – come nelle

antiche botteghe di ceramisti e panettieri – una

piccola creatura per il palato, costituisce di per sé un

atto creativo primordiale.

Con un nome o una sigla che designa l’appartenenza

a questo luogo, a una famiglia.

OFELIA BARTOLUCCI

 

 

 

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